PROPOSTE
EMERGENZA LAVORO
Per riportare gli stipendi italiani al livello dei Paesi europei più avanzati abbiamo lanciato tre proposte.
SALARIO MINIMO, COSTITUZIONALE
Il salario minimo legale si è scontrato con la mancanza di una maggioranza parlamentare a favore.
Ma 1,2 milioni di lavoratrici e lavoratori sono pagati meno della soglia di povertà e 8,5 milioni di italiani sono rischio indigenza o esclusione sociale.
Estendere a tutti i contratti più rappresentativi è un primo strumento efficace per avere stipendi più giusti. Si può fare applicando l’art. 39 della Costituzione ed estendendo così i contratti più rappresentativi, i minimi contrattuali e i diritti a tutti i lavoratori e le lavoratrici.
Lo abbiamo chiamato “Salario Minimo Costituzionale”. Una misura di giustizia e di dignità, che applica la costituzione.
STIPENDI DI LIVELLO EUROPEO
Gli stipendi in Italia sono fermi da trent’anni. Siamo quelli che hanno fatto peggio tra i Paesi industrializzati.
Gli aumenti sono pochi e poco consistenti: finiscono per venire mangiati dal costo della vita che continua a salire.
Non basta una misura timida, serve uno shock: gli stipendi italiani devono tornare ai livelli europei.
Per farlo lo strumento è detassare del tutto gli aumenti derivanti da contrattazione territoriale, aziendale e superminimi.
Lo Stato rinuncia a tasse “virtuali”, che al momento non incassa, e si rilancia finalmente il tenore di vita delle persone.
Invertendo una rotta durata troppo a lungo.
PIÙ TERRITORIO
PIÙ STIPENDI
PIÙ WELFARE
L’Italia è un Paese attraversato da profonde diversità. Gli strumenti nazionali, come i contratti collettivi, definiscono stipendi e diritti giustamente uguali per tutti.
Ma servono anche strumenti sartoriali per applicare davvero i contratti nazionali sui territori: stipendi minimi adeguati alle soglie di povertà più alte nelle grandi metropoli, più welfare e servizi nelle aree con meno infrastrutture.
Lo strumento per farlo è la contrattazione territoriale integrativa.
Allo stesso lavoro devono corrispondere prospettive di vita simili in tutta Italia. Basta discriminazioni.